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L’indignazione corre sul filo della rete: dal leone al gay pride di Gerusalemme

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Sui social è facile lasciarsi coinvolgere dalle notizie, basta poco: parole editate in modo corretto (o scorretto) per convincersi della bontà e “giustezza” di una notizia.

Le vergogne umane non hanno limiti: non è più pensabile far parte di un momento qualsiasi perché ci può essere sempre un essere umano in agguato pronto a ferirti o, peggio, ad ucciderti. E non si capisce bene in nome di cosa.

Ishay-Shliser-Walter-Palmer

Non più tardi di ieri, la rete era intrisa di gente indignata per il Leone simbolo dello Zimbawe, ucciso da Walter Palmer il dentista statunitense cretino che ha investito 55mila dollari per oltraggiare l’equilibrio di un parco naturale con l’aiuto di due bracconieri. Una notizia che ha fatto il giro del mondo ed indignato tutti (mi piace riferirmi all’articolo di Massimo Gramellini). 

Ma ecco che, a distanza di un giorno, dal gay pride di Gerusalemme, una notizia che mi ha atterrita si è fatta strada: Ishay Shiliser ha accoltellato 6 persone e, incredibilmente, aveva già colpito nel 2005 (qui la notizia di ieri de L’Uffington Post). 

Raccolgo la provocazione su Facebook di Enrico Bisetto: quanti indignati renderanno nota questa notizia che vede protagonista sempre un essere umano cretino ma che ha deciso di accoltellare ben sei persone (perché prontamente fermato altrimenti…).

A voi la scelta di ignorare la libertà d’espressione, d’essere e di vivere serenamente (come ha fatto tale Ishay Shiliser) o sottolineare come la natura umana stia diventando sempre più bellicosa ed incontrollabile così… senza ragione.

 

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