Di riflesso non posso biasimarlo. Anch’io ho avuto i miei segreti verso di lei, verso di loro. Non mi consola ma mi gratifica pensare che, comunque, seppure con in ritardo (ma è tutto relativo no?), è arrivato a rendermi partecipe di piccole cose superate.
Meglio tardi che mai (parafrasando la banalità).
Ma se quel qualcuno, cosciente dei suoi “segreti” in qualche modo fosse riuscito a sensibilizzarlo per avvicinarsi a me, con il gusto del dialogo, per la chiarezza? sarebbe meraviglioso sapere che “non aspetterebbe tempo”, lasciando fluire fra noi quelle parole che portano alla chiarezza.
Mi guardo addosso. Non dovrei far passare nemmeno io “il tempo”. In questo caso è l’ambivalenza. Lo scambio. Forse, io per prima, dovrei dire e fare, come da bambina, tutto ciò che penso sia giusto dire e fare.
Prendersi un piccolo spazio da dedicare a chi ci ama. Non per retorica o sdolcinatezza. Perché, di fatto, il tempo scorre e dopo rimane solo un insieme di ricordi che si accavallano con poca chiarezza in un groviglio. Si rinuncia alle sensazioni temporali. Il gusto del dialogo immediato, del dettaglio, sopraffatto da tutti gli ulteriori eventi. Per poter dare di noi una parte che, altrimenti, resterebbe per sempre sconosciuta.
Riferimenti: Dade, “percezione” del momento.
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